Circa 78 mila persone sono colpite a autismo in Italia, 270 mila soffrono di disturbi dello spettro autistico. Una malattia complessa, dai sintomi ‘unici’ che impattano sulle capacità del linguaggio e sulle abilità sociali.
Complessa ma che consente un’attivazione delle diverse abilità coinvolte. Una delle figure ‘chiave’ nell’ambito del necessario approccio multidisciplinare (composto da neuropsichiatra infantile, psicologo, fisioterapista, terapista della neuropsicomotricità e terapista occupazionale, nutrizionista, logopedista) è proprio il logopedista, fondamentale nell’educazione del bambino a una interazione con il mondo, in grado di stimolare alcune abilità come comunicare, comprendere, parlare, leggere e scrivere, utili nel vivere scolastico e socio-relazionale.
In casi più seri è possibile ricorrere alla Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA) che attraverso il linguaggio dei segni, immagini e video, ma anche computer, tablet e device elettronici, aiuta i bambini con importanti difficoltà di linguaggio e comprensione a entrare in relazione a ‘proprio modo’ con gli altri e il mondo che li circonda. Non è un caso che la Giornata Europea della Logopedia 2019 (6 marzo) sia quest’anno proprio dedicata all’autismo. Dal 4 all’8 marzo, la Federazione italiana dei Logopedisti si attiverà come di consueto per i cittadini e tutti coloro che hanno necessità di informazioni e di aiuto. Una disponibilità ‘multicanale’ attraverso il telefono (049.8647936 dalle ore 10 alle ore 12), web (fli.it) e con il profilo e la chat di Facebook (facebook.com/FederazioneLogopedistiItaliani).
“In funzione della complessità della malattia e delle differenti manifestazioni – spiega Tiziana Rossetto, presidente della Federazione dei Logopedisti – è importante che al primo sospetto ci si rivolga al pediatra, in grado di osservare con parametri corretti come gioca e comunica il bambino, creando situazioni per capire le maggiori difficoltà, monitorando nel tempo l’evoluzione della potenziale sintomatologia di malattia, oppure inviando a un centro di cura specializzato per avviare un trattamento multidisciplinare che si avvale di più figure professionali: il neuropsichiatra infantile, lo psicologo, il fisioterapista, il terapista della neuropsicomotricità e terapista occupazionale, il nutrizionista, il logopedista”. “È importante – aggiunge Raffaella Citro, vicepresidente logopedisti europei (CPLOL) – che anche il genitore sia coinvolto nelle sedute ‘terapeutico-educazionali’, soprattutto se l’area della comunicazione è particolarmente compromessa, affinché possa imparare i modi migliori per comunicare ed essere compreso dal proprio bambino e per stimolare la sua iniziativa.
Fonte: ansa.it