Test di paternità, dott. Peluso: “Esame accurato ed attendibile”
Abbiamo approfondito l’argomento con il dott, Pasquale Peluso, responsabile del Settore Biologia Molecolare del Centro Polispecialistico “Futura Diagnostica” di Avellino.
Test di paternità: che cos’è e a cosa serve?
“Ogni individuo presenta nel proprio DNA uno specifico codice che definisce la sua impronta genetica. Infatti, ad eccezione di gemelli monozigoti, che risultano perfettamente uguali, il profilo genetico di ogni individuo è praticamente unico, come le impronte digitali; esso si basa sul principio che ogni individuo eredita il proprio patrimonio genetico dai genitori, in misura del 50% ciascuno. Pertanto, il presunto padre, dovrà possedere la metà del profilo genetico del figlio per essere considerato padre biologico”.
Come si effettua il test di paternità?
“La prima fase consiste nell’estrazione del DNA da campioni biologici (prelievo da sangue periferico, tampone buccale, ecc) e nella successiva analisi degli alleli materni e paterni al fine di determinare i profili genetici degli individui da confrontare. La determinazione del profilo genetico di un individuo comporta la genotipizzazione di almeno 15 regioni del DNA (loci) variabili da individuo ad individuo ed indicate come regioni Microsatelliti o STR. Successivamente, sfruttando le tecniche e i protocolli della biologia molecolare, viene effettuata una PCR (amplificazione genica) mediante l’impiego di un sequenziatore automatico a tecnologia fluorescente. Dall’esame di queste 15 regioni di DNA, si ottiene il profilo genetico che viene successivamente confrontato con attribuzione o meno della paternità”.
Quanto è affidabile questo test?
“Il test di paternità basato sull’analisi del DNA è attualmente la metodologia più accurata possibile. L’esame di almeno 15 regioni microsatelliti del DNA, generalmente consente di raggiungere una probabilità di paternità superiore al 99,99%. Questo valore probabilistico, derivante da un’analisi statistica, non potrà mai raggiungere il valore del 100% matematico; d’altronde, la giurisprudenza italiana prevede che la paternità è da considerarsi come ‘praticamente certa’ quando la probabilità di paternità supera il valore del 99,72%”.
Stando alle statistiche, il test di paternità è richiesto sempre più di frequente…
“Sfruttando la facilità dei prelievi biologici (tampone buccale), la loro varietà e la assoluta affidabilità del test, esso oggi viene utilizzato per molte altre tipologie di esami:
- per determinare la maternità biologica nel caso in cui si voglia verificare la maternità biologica, con disponibilità di figlio e madre presunta;
- per determinare la paternità biologica con la disponibilità di solo figlio e padre presunto;
- per definire, in caso di fecondazione assistita, se sono stati utilizzati i corretti donatori di cellule germinali femminili;
- per determinare la consanguineità, nel caso in cui si voglia l’identificazione di relazioni familiari; infatti il test è in grado di indicare con sicurezza se due persone sono correlate biologicamente e pertanto può essere utile nella determinazione di alberi genealogici;
- per stabilire se due o più gemelli sono identici (monozigoti) oppure no (dizigoti).
I test di paternità possono essere effettuati anche in fase prenatale. Ce lo conferma?
“L’analisi del DNA per il test di paternità può essere effettuato anche prima della nascita del bambino. In questo caso, si possono utilizzare due distinte procedure di prelievo:
- prelievo di villi coriali (PCV o villocentesi): esso si effettua normalmente intorno alla 10-13 settimana di gestazione e comporta il prelievo di cellule placentari. Contestualmente viene effettuato un prelievo di sangue/tampone buccale della madre e del padre presunto;
- prelievo di cellule amniotiche (PCA o amniocentesi): esso si effettua generalmente dalla 15esima alla 24esima settimana di gestazione e prevede per il prelievo di cellule fetali dal liquido amniotico nonchè il sangue/tampone buccale della madre e del presunto padre.
Cosa può dirmi riguardo l’aspetto legale del test di paternità?
“E’ da sottolineare che il test di paternità può o meno avere valenza legale. Il test con valenza legale prevede l’identificazione dei soggetti che vi si sottopongono nonchè l’acquisizione delle necessarie autorizzazioni che, nel caso di minorenni, deve essere rilasciata dagli esercenti la potestà genitoriale. Tale test potrà essere utilizzato per fini processuali ed azioni di riconoscimento/disconoscimento di paternità; il test informativo, a parità del risultato, fornirà delle informazioni circa la compatibilità/incompatibilità genetica tra i campioni biologici in esame. Il risultato prodotto avrà solo valore informativo e non potrà avere valenza giuridica non essendo stata accertata l’identità dei soggetti nè acquisite le necessarie autorizzazioni”.
Dottore, parliamo di tempistiche… quanti giorni bisogna aspettare per conoscere l’esito del test?
“Normalmente i risultati vengono elaborati in 7/10 giorni lavorativi dalla data di disponibilità dei prelievi”.
Concludiamo con il prezzo…
“Alla presenza della madre, del padre e del figlio, il prezzo dell’esame, presso il nostro centro, è di 1.350,00 euro”.
Fonte: irpiniatimes.it