Streptococco: cos’è e come sconfiggerlo
Gli streptococchi sono una famiglia di batteri molto ampia: alcuni sono totalmente innocui, altri più pericolosi. Oggi, purtroppo, alcuni ceppi tornano a far paura perché l’abuso di antibiotici ha prodotto “resistenze” rendendo più difficile la cura delle malattie.
Quali malattie provoca
Le infezioni da streptococco colpiscono soprattutto i bambini dai tre anni in su, fino alla fine dell’adolescenza.
«Particolarmente diffuso è lo streptococco Beta emolitico di gruppo A (Sbega), responsabile di circa il 30% delle patologie più frequenti in età pediatrica tra cui la faringo-tonsillite acuta e la rinofaringite», spiega Alberto G. Ugazio, direttore dell’Istituto per la salute del bambino e dell’adolescente presso l’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.
I segnali d’allarme
Distinguere un’infezione da streptococco da un banale mal di gola virale non è facile. A quali sintomi bisogna prestare attenzione? Un mal di gola con placcheche non passa, una febbre forte con dolori reumatici che non si abbassa nonostante il paracetamolo, un’otite persistente, cefalea, ingrossamento dei linfonodi e, specie nei bambini, anche vomito, mancanza di appetito e dolori addominali sono tutti campanelli d’allarme che devono far nascere il sospetto.
«Attenzione, però, a non essere precipitosi», avverte il pediatra. «Le placche, per esempio, non sono sinonimo di streptococco e possono comparire anche in occasione di infezioni virali come la mononucleosi. Per questo non bisogna mai iniziare la terapia antibiotica senza prima aver consultato il medico».
La diagnosi e la cura
Per capire se c’è un’infezione da streptococco serve un tampone, cioè l’esame microbiologico del cavo faringeo. «È un prelievo che si fa sfregando energicamente tamponi simili a grandi “cotton-fioc”», spiega Ugazio.
I risultati sono pronti in 4-6 giorni e vengono indicati anche gli antibiotici da utilizzare (antibiogramma). Alcuni pediatri, poi, dispongono di tamponi rapidi (in vendita anche in farmacia), pronti in pochi minuti, in grado di decretare se è presente lo Sbega. L’80% degli streptococchi è resistente agli antibiotici appartenenti alla classe dei macrolidi (come la claritromicina o l’azitromicina) che quindi vanno evitati.
«L’antibiotico di scelta è sempre l’amoxicillina, da somministrarsi per bocca per 10 giorni», spiega l’esperto.
Come avviene il contagio
«Sono le goccioline di saliva a permettere la trasmissione dello streptococco, in genere attraverso uno starnuto, un colpo di tosse o una risata», chiarisce il professor Alberto G. Ugazio.
I batteri possono diffondersi anche venendo a contatto con oggetti (come maniglie delle porte, oggetti del bagno o utensili da cucina) che sono stati toccati da una persona infetta. «Il periodo di incubazione della malattia è di 2-4 giorni», precisa il professore.
Fonte: starbene.it